Gli Italiani, e con essi il sottoinsieme dei siciliani, hanno votato il 25 settembre.
Dopo un mese l’Italia è riuscita ad avere un nuovo governo, mentre la Sicilia non ha ancora completato il conteggio dei voti pur avendo già insediato il nuovo presidente nella persona di Renato Schifani. Quindi la macchina burocratica nazionale riparte per affrontare le nuove sfide del momento e la squinternata Sicilia continua a bloccare le numerose pratiche in itinere per le imprese assetate di lavoro e ogni speranza per i sempre meno giovani che decidono di restare in attesa di … nuovi ponti.
Tempistiche non certo 4.0, al passo con i ritmi del mondo post moderno, nonostante mille emergenze economiche stiano mettendo a dura prova il sistema socio-economico di imprese e famiglie.
Tuttavia l’inizio della legislatura nazionale, l’ennesima con un sistema elettorale di dubbia costituzionalità, si è subito caratterizzata con episodi simbolici dovuti al caso ma che non sono passati inosservati.
La seduta inaugurale del senato è stata presieduta dalla senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti; nella stessa giornata è stato eletto presidente del senato per il prossimo quinquennio il senatore appartenente alla fiamma tricolore di rimembranze post fasciste, Ignazio La Russa.
Il nuovo presidente del Consiglio, la prima donna a presiedere un governo italiano, Giorgia Meloni, è anch’essa stata eletta nelle file della fiamma tricolore, ha ricevuto l’incarico di formare il nuovo consiglio dei ministri nel centenario della marcia su Roma, ottobre 1920, che portò il re ad affidare tumultuosamente il governo della nazione a Mussolini. Stavolta il presidente della Repubblica Mattarella ha evidenziato che il governo Meloni si è costituito in tempi brevi per la chiarezza del risultato elettorale.
Oggi quindi la rappresentante del partito che ha guidato l’opposizione a Draghi riceverà proprio da Super Mario la campanella simbolo della presidenza del consiglio dei Ministri; ciononostante, nel governo di Giorgia, saranno presenti come elementi di spicco, autorevoli componenti e sostenitori proprio del suo predecessore.
Certo, i bisogni del momento non lasciano spazio alla retorica, ma è indubbio che questo rintocco della campanella di palazzo Chigi rappresenta un passaggio simbolicamente importante per la maturazione democratica italiana, con il pieno riconoscimento nei valori della carta costituzionale di tutte le forze politiche, nel rispetto di maggioranza ed opposizione e con la evidente crescita civile di un popolo che sa riconoscere il valore delle donne, eleggendole alle più alte cariche dello stato proprio mentre in altre parti del mondo, come osserviamo tragicamente dai rinnovati moti sociali manifestatiti in Iran, si osservano scene diametralmente opposte.
Nei prossimi mesi il sistema democratico italiano inevitabilmente dovrà fare i conti con ana realtà difficile ed il ricordo del suono della campanella di oggi potrà essere un utile sostegno ad andare avanti con la necessaria accortezza.