Titolo della settimana: Frankenstein Junior,1974 di Mel Brooks  e da un’idea di Gene Wilder.

Volevo recensire questo mostro di film il prossimo anno, per i suoi primi 50anni, ma appreso la notizia del suo imminente ritorno nelle sale la mia passione cinefila è capitolata. Definire questa pellicola capolavoro è quasi banale e riduttivo, questa è la commedia più divertente di tutti i tempi con tormentoni e frasi di culto a iosa , come svariate sono le trovate che lo hanno reso leggendario. Frankenstein Junior, che Gene Wilder scrisse praticamente con i “pizzini”, un po’ come Tornatore con il suo Baaria, perché spaventato da bambino dai film horror della Universal, una volta a casa, quasi per esorcizzare la paura, annotava scene e sensazioni provate in sala. Wilder spedì,ormai attore, quegli appunti a Mel Brooks, altro gigante, da sempre restio a lavorare su copioni altrui.

Ma in questo caso rimanendo estasiato dagli scritti accettò di collaborare. Unico problema con la produzione, la Fox, è stata la scelta del formato, con Brooks irremovibile sul bianco e nero, unico modo, secondo lui, per ricreare le atmosfere retrò dei classici 30 e 40 che fecero la fortuna della Universal, perché diceva Brooks ” fare una parodia è più complicato del fare ridere o fare paura. Frankenstein Junior dopo quasi 50anni ha un ritmo assurdo, con trovate e tempi comici geniali, da fare impallidire e mandare in pensione le produzioni odierne. La base del film, lo dice il titolo stesso sono, Frankenstein 1931 e il suo seguito La moglie di Frankenstein, ma allo stesso tempo, ed è qui la sua grandezza, la pellicola cammina con gambe proprie, e anche chi non ha mai visto quei film si diverte ugualmente, anzi allarga il discorso su altri generi, fantascienza, western, musical, toccando anche il cinema muto , anche Fritz Lang e l’espressionismo tedesco.

In tutto questo calderone gioca un ruolo fondamentale Wilder, collante tra Brooks e il resto del cast che, storia vera, ha dovuto interrompere molte volte, o addirittura rifare scene intere per le continue risate degli attori e della troupe. Due parole sulla trama, New York, anni 30, il Professore universitario Frederick Frankenstein, per tagliare i ponti definitivamente con il proprio passato, essendo nipote di Victor, modificato il cognome in Frankenstin, ma si vede costretto dagli eventi a far ritorno in Transilvania, perché come ne Il padrino, il 1974 è l’anno del parte ll, nella vita puoi sceglierti tutto tranne i parenti, il resto lo scoprirete recuperando questa pietra miliare, patrimonio dell’umanità, e se posso permettermi un consiglio, da gustare almeno una volta in lingua originale.

Da menzionare il cast, Wilder – Frankenstin, Peter Boyle – la creatura, Marty Feldman- Igor, Madeline Kahn- Elizabeth, Richard Haid, Liam Dunn e lo strepitoso cameo di Gene Hackman, l’eremita cieco. Nella memoria i giochi linguistici “lupo ulu- lì, castello ulu-la’, la gobba semovente di Igor, la paura degli animali verso la domestica.

Campione d’incassi della stagione 1975, conservato nella biblioteca del Congresso USA e DVD più venduto della storia in Italia. Dal 27 febbraio al 3 marzo tornerà nelle sale grazie alla Nexodigital, tenersi liberi e buona visione.

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