Con l’avvicinarsi della scadenza per la presentazione delle liste, la competizione elettorale che determinerà la scelta  del nuovo sindaco  di Siracusa entra nel vivo.

Il presidente della Regione Renato Schifani è giunto a Siracusa per raccordare le varie anime del centro-destra ed Enzo Vinciullo si è schierato a sostegno di Ferdinando Messina, che aveva già incassato parole di apprezzamento da parte di Giovanni Cafeo. Dopo l’endorsement di Vinciullo, aumentano le quotazioni di Messina per approdare al ballottaggio per l’elezione a sindaco della città (sostenuto ufficialmente da otto liste: Forza Italia, Fratelli d’Italia, Movimento Popolare Autonomista, Democrazia Cristiana e le civiche Insieme, Laboratorio Civico e Siracusa Protagonista). Risulta ancora difficile misurare la forza di aggregazione di Edy Bandiera: l’ex assessore regionale, autosospesosi da Forza Italia,  punta sul voto disgiunto, ben sapendo che la designazione di Messina da parte del tavolo regionale del centro destra non è stata apprezzata da alcuni maggiorenti della stessa area politica, perché ritenuta una prova di forza del deputato regionale Riccardo  Gennuso, che l’aveva indicata. Un’incognita, anche perché poco conosciuta “politicamente” in città,  la candidata del centro sinistra Renata Giunta, sostenuta da gruppi di sinistra oltre che da PD e 5 Stelle (compagine che rispetto al recente passato ha perso per strada l’ex Presidente del consiglio comunale Moena Scala -ora con Garozzo- e  l’avv. Roberto Trigilio, candidato a sindaco per il gruppo che fa riferimento a Cateno De Luca). Tra i dieci candidati a sindaco l’ultimo a palesarsi è stato l’ex primo cittadino Giancarlo Garozzo, che aveva dato vita al movimento di liste civiche “Officina civica”, al quale si è avvicinato Mario Bonomo, ha sempre l’appoggio di Gianluca Scrofani, ma che ha lasciato andare verso il centro destra Alfredo Foti e Salvo Castagnino. Per contro, sembra rafforzarsi sempre  di più il consenso dell’attuale sindaco Francesco Italia, le cui quotazioni appaiono in risalita tanto da considerarlo seriamente accreditato per la battaglia finale. Nel ruolo di outsider  Michele Mangiafico, che ha ormai un’esperienza consolidata  e una schiera di fedeli sostenitori, la cui affermazione però non dovrebbe garantire più di qualche scranno in consiglio comunale. Poco più che testimonianze sono considerati gli altri competitori a primo cittadino, anche se i suffragi riportati al primo turno potrebbero poi risultare decisivi, se fatti convergere su uno dei due candidati al ballottaggio. In questo quadro ormai delineatosi abbastanza chiaramente, desta stupore che in città si parli poco di ciò che farebbero per la crescita della città coloro che si propongono di amministrarla. Non si sa se accada perché i problemi ormai atavici li conoscono un po’ tutti (nuovo ospedale, cimitero, stato delle strade, trasporti urbani efficienti, turismo, occupazione, periferie, ecc.) o perché si pensa che la sola gestione dei fondi del PNRR sia tanto taumaturgica da  rendere Siracusa una città moderna ed efficiente.  E allora tutti al lavoro, con centinaia di  candidati al consiglio comunale  che cercano  di drenare consensi per se stessi e per il candidato sindaco, che – auspicano – una volta eletto si ricordi di loro. A meno che, data anche la prevedibile dispersione dei voti dovuta all’alto numero di candidati a sindaco, qualcuno potrebbe spuntarla già al primo turno.

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