Titolo della settimana: Jurassic Park di Steven Spielberg ,1993.

Anno 1993: Bill Clinton si insedia alla Casa Bianca, Totò Riina viene arrestato a Palermo, i dinosauri di Spielberg riconquistano la terra. John Hammond sfruttando i progressi della bioingegneria è riuscito a ricreare il Dna dei dinosauri ed ha intenzione di fare vita ad un parco divertimenti in un’isola al largo di Costa Rica, a questo scopo invita, per una gustosa anteprima una coppia di paleontologi, un finanziatore e un matematico con nipotini al seguito, ma qualcosa non va per il verso giusto. 30 anni e non sentirli, dall’omonimo best seller di Michael Crichton, qui anche nelle vesti di sceneggiatore insieme a David Koepp, Spielberg ci avvisa che il tempo di ET è scaduto, causa follie dei grandi.

Il 1993 è stato per Steven un anno magico, con Jurassic Park e Schindler ‘s list, pellicole destinate a lasciare un’orma, tipo dinosauro, nella cultura e già giustamente conservate entrambi nella biblioteca del Congresso USA, che così continuando avrà,tra poco, una stanza tutta per lui. Per rendere i dinosauri più credibili possibile, Spielberg convince l ‘eminenza in questo campo, Jack Horner, a collaborare. Il regista, essendo un maniacale perfezionista, non vuole lasciare nulla al caso. Così anche per la scelta del cast, vuole persone credibili e ben calate nei ruoli, ed ecco Laura Dern, Sam Neill, Jeff Goldblum e Sir Richard Attembourogh, che con Gandhi nel 1982 vinse due Oscar. Insieme agli strabilianti effetti speciali il genio di Cincinnati crea, mescolando cga con quelli tradizionali, l’ennesimo prodotto vincente e stravince a mani basse, dimostrando ancora una volta che il cinema non è solo una questione di effetti, il più delle volte fini a se stessi, ma anche visionarietà, capacità di rendere credibile ciò che vediamo e soprattutto cuore. E anche se a detta di buona parte della critica, il messaggio può essere ruffiano e acchiappa soldi, dopo trent’anni la pellicola mantiene intatto il suo fascino, perché Steven sa cos’è l’essenza del cinema e come si usa la macchina da presa, e poi il miglior critico del mondo, il tempo, ha espresso parere positivo.

Prove eccellenti di tutto il cast con Richard Attembourogh, padre creatore buono e generoso, ma che per troppa fiducia nella scienza,sfugge di mano la situazione. Tre Oscar, mentre John Williams regala un’altra colonna sonora delle sue. Tenersi alla larga da sequel e reebout vari. Buona visione.

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