Sarà il tema scelto – quanto meno politicamente scorretto -; sarà la forza dei protagonisti che si alternano di volta in volta in una sorta di navigazione a vista che risente molto delle sollecitazioni che la cronaca e l’attualità offrono (in buona sostanza: non c’è un programma definito in dettagli); sarà il fatto che nemmeno l’alleanza “infernale” di Caronte & Cerbero riesce a scoraggiare l’abbandonare casa, fatto sta che anche il terzo appuntamento del ciclo “Intelligenza artificiale & deficienza naturale” nel dehors della Pasticceria Neri non ha mancato di fare registrare un successo di partecipazione (che va al di là del dato della semplice presenza).

Protagonista è stato l’ormai collaudato – e per nulla rituale – omaggio alla memoria del maestro Andrea Camilleri in occasione del quarto anniversario della sua scomparsa. Quello rivolto al ricordo dello scrittore di Porto Empedocle è una sorta di costante – l’unica, a ben vedere – del programma di conversazioni, presentazioni e divagazioni che estate dopo estate viene messa su da Alfio Neri per la cultura con G60 – Generazione Sessanta.

L’ascolto delle letture generate dall’intelligenza artificiale sui temi cari a Camilleri, ai suoi personaggi, magistralmente interpretate dagli Amici di Casa Costa –  Francesca Pacca, Simone Giallongo e Giuseppe Gingolph Costa -, ha suscitato numerosi interventi dal pubblico, anche molto qualificati, che hanno protratto la durata dell’incontro oltre il doppio del tempo atteso. Sono apparsi evidenti alcuni limiti della versione beta utilizzata, nonché i rischi potenziali e le misure che potrebbero contenerli. Pessimisti e ottimisti si sono avvicendati ai microfoni in una sorta di improvvisato dibattito aperto dal saluto del padrone di casa Franco Neri e che ha visto Aldo Mantineo, ideatore e coordinatore degli appuntamenti, dialogare con Giuseppe Costa.

Come d’abitudine, vista la vicinanza con l’anniversario della strage di via D’Amelio, l’incontro è stato chiuso ricordando Paolo Borsellino (e assieme a lui tutte le vittime innocenti di tutte le mafie), con la lettura di un articolo di Roberto Natoli del 2019 che ipotizzava un riferimento a Borsellino, quale modello ispiratore del Commissario Montalbano.

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