Titolo della settimana: The Blues Brothers, 1980 di John Landis.

Ho visto la luce, da 43 anni in missione per conto di Dio! Chicago 1980. Cappello e occhiali neri, basette e nomi incisi sulle dita, Elwood accoglie il fratello Jack davanti la prigione di stato, dopo aver scontato tre anni per rapina, salgono a bordo della Blues mobile, da questo istante si entra nel mondo dei fratelli Blues e della leggenda.

Prima tappa l’orfanotrofio cattolico, dove sono stati cresciuti e svezzati da sorella Mary, la pinguina, dalla quale apprendono che l’istituto per bambini sta per essere chiuso per debiti con l’erario, inizia così una frenetica corsa per rimettere insieme la vecchia band in modo da racimolare l’ingente somma di 5 mila dollari per salvare l’orfanotrofio. Lungo la strada non mancheranno gli ostacoli, dall’ex fidanzata di Jack, col dente avvelenato per essere stata abbandonata sull’altare, a una band a cui i fratelli hanno sottratto un ingaggio, la polizia alle calcagna e un gruppo di fanatici neonazisti inferociti per il fallimento di una manifestazione ad opera dei fratelli.

The Blues Brothers è un film geniale, un unicum difficilmente inquadrabile in nessun genere, un mix tra commedia demenziale, musical, cinema sociale e road movie, un punto di non ritorno della cultura pop, epopea con leggende del calibro di James Brown, Ray Charles, Aretha Franklin, Cab Calloway e partecipazioni in piccole parti di Carrie Fisher, John Candy, Frank Oz e Steven Spielberg, tra inseguimenti, missili, lanciafiamme, centri commerciali messi a ferro e fuoco, nazisti in cerca di vendetta, Jack e Elwood dovranno a ogni costo raggiungere l’ufficio delle tasse per depositare la somma che deve salvare la pinguina e i bambini, ma come ben sappiamo, sono in missione per conto di Dio. Scritto da Dan Aykroyd e John Belushi con l’abile regia di un mostro sacro come John Landis, un cinema moderno, oggi impensabile, classico e anticlassico, dentro il quale non esistono scene memorabili, perché tutto è memorabile. Nel 2012 per il centenario della Universal e i trent’anni dalla morte di Belushi è stato riproiettato nelle sale di tutto il mondo e dal 2020 è conservato nella Biblioteca del Congresso USA.

Nel 1998 è uscito il sequel The blues Brothers – il mito continua, ma senza John Belushi non esiste mito, ne tantomeno i Blues Brothers. Questa immortale pellicola è il vero musical di Natale, e la mia missione da appassionato è di consigliarvi di rivedere sempre questo film di John Landis , autore anche di un altro grande must natalizio già recensito, Una poltrona per due. Buon Natale e buona visione.

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