Una ricorrenza ricca di significati

Nel calendario liturgico, il 1° gennaio non è “capodanno”, com’è invece in quello civile. Tuttavia, la materna pedagogia della Chiesa, sullo stile di quella stessa Incarnazione celebrata a Natale, accoglie benevolmente le gioiose speranze della società civile, decorando dell’indulgenza plenaria alcune pratiche di pietà, come il Te Deum il 31 dicembre e il Veni Creator Spiritus il 1° gennaio.

La Messa del 1° gennaio sostanzia gli auguri, gli auspici e i propositi per l’anno nuovo con la “grande benedizione” della prima lettura (cf Num 6,22-27), con la tipica benedizione ebraica del salmo responsoriale (cf Sal 66), e con l’autentico gioiello eucologico dell’orazione sulle offerte: «O Dio, che nella tua provvidenza dài inizio e compimento a tutto il bene che è nel mondo, concedi a noi, nella solennità della divina maternità di Maria, di gustare le primizie del tuo amore misericordioso per goderne felicemente i frutti».

Ma il 1° gennaio è una ricorrenza sorprendentemente ricca di ulteriori significati concomitanti: davvero in questa giornata si intuisce l’impressione di percepire, in un certo senso, quella «pienezza del tempo» (cf Gal 4,4) descritta dall’apostolo san Paolo nella seconda lettura odierna.

Questo giorno è innanzitutto, molto semplicemente, l’Ottava di Natale: secondo un antico principio liturgico, le festività di massimo grado vanno solennizzate estendendone la celebrazione per un’intera settimana, anziché limitarle a una sola giornata come le altre. L’ultimo giorno di un ottavario, poi, ricapitola in genere tutto il rito celebrato nel primo: ecco perché il 1° gennaio la Liturgia della Parola ci propone nuovamente il Vangelo della Natività di Cristo (cf Lc 2,16-21).

Analogamente alla settimana in albis, successiva al Triduo Pasquale, anche l’ottavario natalizio viene vissuto e celebrato come se fosse un unico giorno. Infatti, nella preghiera eucaristica è prescritta la reiterazione del medesimo ricordo proprio del giorno di Natale: per l’intera settimana la Chiesa è «convocata nel giorno santissimo in cui la Vergine Maria diede al mondo il Salvatore».

Seppur in continuità col 25 dicembre, l’Ottava celebra però il Natale con una lieve variazione di prospettiva, focalizzata sul parto verginale di Maria e sul grande mistero della sua maternità divina: è difatti, precisamente, la Solennità di Maria Santissima Madre di Dio, che medita e custodisce in cuore ogni cosa (cf Lc 2,19).

Fino all’ultima riforma liturgica romana (e ancora oggi nel calendario liturgico bizantino), in tale festività si commemora un altro evento cristologico: la Circoncisione del Signore, avvenuta esattamente a otto giorni dalla sua nascita, secondo le scrupolose prescrizioni del Levitico alle quali la Santa Famiglia non si sottrasse.

Secondo la tradizionale usanza ebraica, ricordata anche alla fine del Vangelo della Messa di oggi, la circoncisione rituale è legata all’imposizione ufficiale del nome del bambino: per noi, è l’occasione per prostrarci in atteggiamento devoto e adorante dinanzi al Santissimo Nome di Gesù, quell’unico Nome – al di sopra di ogni altro (cf Ef 1,21) – nel quale tutti gli uomini possono essere salvati (cf At 4,12) e ogni ginocchio si piega, in cielo, in terra e sotto terra (cf Fil 2,10).

Infine, eccoci alla connotazione più recente, attribuita al 1° gennaio dal papa Paolo VI: la Giornata mondiale di Preghiera per la Pace. Mentre infuriano sempre più crudeli i venti di guerra nel mondo, invochiamo con fervore la Madre di Dio, Regina della Pace, affinché ci ottenga il dono divino dello Shalòm dal suo Figlio, Principe della Pace.

 

Santuario della Madonna delle Lacrime

1 gennaio 2024 | Solennità della Madre di Dio

 

Nella Solennità della Madre di Dio, le Sante Messe rispetteranno gli orari della domenica.

–         in Basilica: ore 8.00; 10.00; 12.00; 17.30; 19.00; 20.00;

–         Casa del Pianto di via degli Orti: ore 8.30.

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