Perché con l’accorpamento di fatto si cancella l’identità di quella scuola

Il 5 dicembre 2023 si è tenuta la Conferenza regionale per l’organizzazione della rete scolastica (2024/25), argomento del giorno: il dimensionamento scolastico. A Siracusa e provincia sono ben 11 gli istituti scolastici che potrebbero perdere l’autonomia, il condizionale è d’obbligo non essendo stato ancora pubblicato il decreto, mentre complessivamente a livello regionale saranno interessate 95 istituzioni scolastiche.

Il dimensionamento riguarda le scuole che non raggiungono i 900 iscritti ed è un percorso inevitabile chiesto dall’UE e finalizzato ad ottenere i finanziamenti del PNRR, tuttavia l’attenzione andrebbe posta anche sulla razionalizzazione nelle classi ovvero nel far “uso della lezione flessibile” essendo ancora alta la percentuale di scuole che prediligono la lezione frontale. Le scuole coinvolte nel dimensionamento sono di ogni ordine e grado e i sindacati si sono già messi “all’opera”, raccogliendo firme e minacciando di impugnare il decreto non appena sarà pubblicato in Gazzetta, eppure le indagini sia nazionali sia internazionali, da tempo, ci descrivono una Regione sofferente, per carenze di ambienti scolastici, per mancanza di ambienti di apprendimento innovativi, per le poche mense, per il tempo scuola, per l’alto tasso di dispersione scolastica ed altri fattori ancora.

I livelli di apprendimento degli studenti al termine del I ciclo sono desolanti, infatti, solo il 40% degli studenti siciliani raggiungono i traguardi previsti per quella fascia di età in Matematica  -Rapporto INVALSI 2023.  A confermare ciò si aggiungono gli esiti delle prove OCSE PISA, che, sebbene siano indirizzate agli studenti che concludono il primo biennio delle superiori, descrivono una curva degli apprendimenti in sofferenza. Il 57% degli studenti tra quelli che hanno partecipato alle indagini PISA nel SUD-ISOLE, raggiunge il livello base in matematica contro la media nazionale del 70%, (OCSE PISA) per non citare che “nelle medie statistiche del Sud, gli “eccellenti” sono solo l’1%”. L’INVALSI, quasi in contemporanea con la Conferenza regionale di Palermo sul dimensionamento del 5 dicembre, ha presentato, presso l’Aula magna dell’Università di Roma Tre, i risultati nazionali dell’Indagine internazionale OCSE PISA (Programme for International Student Assessment) svoltasi nel 2022.

L’indagine PISA, a cui hanno partecipato a livello nazionale 347 scuole e 10.564 studenti ha l’obiettivo di valutare l’acquisizione di conoscenze e abilità essenziali per la piena partecipazione alla vita economica e sociale attraverso la misurazione delle competenze degli studenti, che vengono indagate in tre ambiti principali: Lettura, Matematica, e Scienze. Nel 2022 è stato approfondito l’ambito che concerne la matematica, per quanto riguarda la capacità degli studenti di ragionare in modo matematico e di formulare, utilizzare e interpretare la matematica per risolvere problemi in una varietà di contesti del mondo reale. La concomitanza di eventi che stiamo raccontando (Conferenza regionale e Esiti internazionali OCSE PISA) non va sottovalutata e, nello specifico per la scuola siciliana, non può passare inosservato l’esito, infatti nonostante le soluzioni tecniche, trovate a livello regionale, e le riflessioni dei sindacati, si ritiene importante una riflessione su un ulteriore tema: le scuole e la loro appartenenza al territorio. Il Comune di Lentini, per esempio, viene interessato nel dimensionamento con due scuole, una di queste è l’IC Vittorio Veneto, una scuola del I ciclo, sita in un edificio di interesse storico.  Non è l’unica scuola a vantare natali in edifici “storici”, si ricordi il liceo classico Gorgia, costruito con i fondi dell’”European Recovery Program” il piano presentato dal segretario di Stato americano George Marshall, da cui prese il nome, nel 1947, obiettivo ricostruire i Paesi europei distrutti dopo la seconda guerra mondiale, attraverso l’invio di risorse economiche e materiali, e ad aver perso l’autonomia. L’edificio dell’attuale I.C. Vittorio Veneto, prossimo all’accorpamento, si affaccia sulla piazza Addamo, un tempo Piazza degli Studi, la stessa piazzetta in cui si trovano il liceo classico Gorgia e il Museo archeologico. Un nome impegnativo per una piazzetta così piccola e mal ridotta, a ricordo di tempi antichi migliori, con un tessuto sociale più attento alla collettività e al bene comune!

Oggi, nonostante la piazzetta abbia mantenuto il nome, ben poco resta della sua funzione di “polo culturale” e di promozione sociale in cui si sperava, così si aggirano tra le aiuole incolte i cagnolini e ai bordi del marciapiede le auto, spesso parcheggiate in doppia fila, dai genitori solerti che accompagnano i propri pargoli a scuola.T ra gli edifici più antichi che si affacciano su Piazza degli Studi, pardon p.zza Addamo, c’è, quindi, l’I.C. Vittorio Veneto, ingresso secondario, la cui costruzione risale al periodo fascista ed è proprio per questo motivo che è stato destinatario di vari lavori di adeguamento, che hanno portato a svolgere le attività didattiche in altri locali, rispetto alla sede centrale, posta nel quartiere “Sopra Fiera” uno dei quartieri storici di Lentini. Il disagio edilizio di alcune scuole del Comune di Lentini dovrebbe far riflettere sul problema di fondo, perché scuole storiche e non solo vengono abbandonate al loro destino senza che la società civile si ribelli?

Perché con l’accorpamento di fatto si cancella l’identità di quella scuola. La domanda allora è: qual è l’idea che la collettività lentinese ha delle scuole? Gli edifici sono solo un mucchio di mattoni, calce e arredi, o sono anche i luoghi della memoria con una propria identità? Sono i luoghi che costruiscono l’identità e l’appartenenza, a maggior ragione quando ci si riferisce alle scuole, o una collettività ne può fare a meno in una società che privilegia l’usa e getta? Un edificio, anche di età fascista, dove sulle pareti si trova scritto: Maschi e Femmine, racconta la storia di una città, una storia che attraverso la Conoscenza trasmette insegnamenti ai giovani. Accorpare le scuole non significa solo razionalizzare, ma forse correre il rischio di cancellare la storia culturale di un territorio, soprattutto, quando gli edifici raccontano qualcosa. Chissà se tra i criteri di razionalizzazione parole come “storia di un territorio” sono state considerate? Certo i numeri, sono numeri, eppure anche i numeri raccontano qualcosa a chi ha a cuore i giovani di quel territorio, perché è sulla storia che si costruisce il futuro. Ma tutto ciò non è un problema, se la storia non si conosce.

Sebastiana Fisicaro

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