APERTO UFFICILAMENTE L’ANNO LUCIANO CHE RIVEDRA’ IL CORPO DI LUCIA NELLA SUA SIRACUSA

Carissimi Fratelli e Sorelle,

celebriamo la festa della nostra Santa Patrona, la Vergine e Martire Lucia.

Nel suo Messaggio per il 70mo anniversario della lacrimazione della Madonna Papa Francesco ci ha esortato a conformare maggiormente la nostra vita al Signore Gesù Cristo, affinché «sia ravvivata la fede, praticata la carità, testimoniata e suscitata la speranza» (Messaggio pontificio, 7.12.2023).

Avendo concluso l’Anno mariano e aprendo oggi l’Anno luciano, nella continuità del cammino pastorale e spirituale, intendo richiamare e approfondire, alla luce della Parola di Dio, tale esortazione attraverso la figura di Santa Lucia, vergine e martire, patrona della nostra Chiesa siracusana. La celebrazione dell’Anno luciano ci impone di guardare alla nostra Patrona Lucia come modello di credente, di giovane donna pronta a rinunciare persino alla vita terrena, pur di vivere unicamente per Dio.

Santa Lucia testimonia il coraggio della fede, la forza della speranza e l’operosità della carità.

 

  1. Il coraggio della fede

Santa Lucia testimonia che la fede è la luce di Cristo che promana dal mistero pasquale. Nella sua vita ha aderito personalmente al Cristo Risorto che viveva in lei e si donava a lei. San Paolo nella seconda lettura ci ha ricordato: «Non vivo più io, ma Cristo vive in me. E questa vita, che vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me» (Gal 2.20). Con la sua fede ella è entrata nel mondo di Dio ed è vissuta già in comunione con lui. Nella fede ha conosciuto Dio, si è resa conforme a Dio ed ha vissuto alla presenza di Dio.

Papa Francesco, nella sua prima enciclica Lumen fidei, ha scritto:

«È urgente perciò recuperare il carattere di luce proprio della fede, perché quando la sua fiamma si spegne anche tutte le altre luci finiscono per perdere il loro vigore. La luce della fede possiede, infatti, un carattere singolare, essendo capace di illuminare tutta l’esistenza dell’uomo. Perché una luce sia così potente, non può procedere da noi stessi, deve venire da una fonte più originaria, deve venire, in definitiva, da Dio».[1]

Dio è la fonte della nostra fede che illumina la nostra la vita. Se non vogliamo rimanere nel buio, occorre compiere lo «sforzo di aiutare tutti a imparare o a re-imparare la fede, per viverla con maggiore consapevolezza e maturità nella quotidianità della vita»,[2] innestandola nella cultura della società, perché – come amava dire Papa Giovanni Paolo II ‒ «una fede che non diventa cultura è una fede non pienamente accolta, non interamente pensata, non fedelmente vissuta».[3] La fede, infatti, afferma Papa Francesco, «non solo guarda a Gesù, ma guarda dal punto di vista di Gesù, con i suoi occhi».[4]

Nella fede Cristo vive in noi. Lasciamoci condurre da Lui. Riscopriamo l’aspetto misterico e meraviglioso dell’esperienza cristiana e della vita ecclesiale, che – specialmente nella celebrazione dei divini misteri –  ci mette in comunione con Dio, e, in quanto evento di grazia, ci sostiene anche nella vera, giusta e autentica animazione della vita del mondo. Torniamo a vivere, con interiore partecipazione, la santa liturgia della Chiesa, non alla stregua di sporadici eventi che ci spingono a venire a messa, ma come il ritmo ordinario della vita. Lasciarsi prendere per mano dalla Chiesa, che è madre e maestra, e che ci conduce, attraverso l’Anno liturgico, nei misteri della vita di Nostro Signore è un passo verso Dio che ci chiama a sé e che vuol renderci sempre più simili a Lui, vivendo in noi i suoi misteri per tutti i giorni della nostra vita. Quest’anno, poi, ricorre il LX anniversario della promulgazione della Costituzione liturgica del Concilio Vaticano II, la Sacrosanctum Concilium, non lasciamo che passi inosservato l’invito rivolto ad ogni battezzato di vivere in pienezza l’azione liturgica.

 

  1. La forza della speranza

Santa Lucia si è abbandonata allo Spirito e si è lasciata sostenere in tutto il suo cammino dalla speranza che le ha donato la forza di andare avanti con la serena fiducia in Dio per realizzare il suo piano di amore. Ha compreso che la speranza è cercare Dio che vuole vivere in noi, è camminare verso Dio che viene in mezzo a noi, è ascendere a Dio che discende tra noi. La speranza cristiana è certezza, perché ci dona di incontrare in pienezza Colui che già conosciamo. Ed è una certezza più certa di quella che ci danno le scienze sperimentali, perché le scienze si superano con l’evoluzione dei saperi, Dio è immutevole e insuperabile e, dunque, chi in Lui spera è oltremodo certo di ottenere da Colui in cui ha riposto la speranza perché fidelis qui repromisit (cf. Eb 10,23): fedele è colui che ha promesso.

In un mondo privo di certezze e devastato da tanti conflitti – come ci ha ricordato Papa Francesco – i cristiani devono essere portatori della speranza di Cristo che dissipa le tenebre e apre alla certezza della vita vera.

«La speranza cristiana […] è costruire ogni giorno, con gesti concreti, il Regno dell’amore, della giustizia e della fraternità che Gesù ha inaugurato. […]. A noi è chiesto questo: di essere, tra le quotidiane rovine del mondo, instancabili costruttori di speranza; di essere luce mentre il sole si oscura; di essere testimoni di compassione mentre attorno regna la distrazione; di essere amanti e attenti nell’indifferenza diffusa. Testimoni di compassione» (Papa Francesco, Omelia nella Santa Messa per la V Giornata Mondiale dei Poveri, 8 dicembre 2021).

 

  1. L’operosità della carità

Santa Lucia, consacrandosi a Dio e progredendo nel cammino della fede, accolse l’amore di Dio per divenire lei stessa amore, per entrare in un rapporto di carità vera col prossimo e per vivere l’unica grande ricchezza soltanto in Colui che ci ama e vive in coloro che amano. Sta qui la grandezza di Santa Lucia. Scoprendosi amata da Dio, ha amato con lo stesso amore incondizionato di Dio.

Santa Lucia, nella sua donazione totale a Dio, si lasciò condurre dalla carità divina, visse a servizio di infermi, bisognosi e vedove, consacrò la sua verginità a Cristo e distribuì il suo patrimonio ai poveri secondo le indicazioni della comunità cristiana della sua Città.

Santa Lucia ci insegna che è la vita irradiata dall’amore divino che produce – come conseguenza – la trasformazione di tutta la nostra attività nella carità.

L’esempio di Santa Lucia ‒ che nella carità verso Dio e verso i poveri ha concretizzato l’autenticità dell’amore ‒ ci invita alla pratica del dono, a mostrare un atteggiamento accogliente, a rivolgere una parola gentile, a compiere un qualsiasi piccolo gesto di pace e amicizia, di sostegno all’identità comune e alla collettività, per costruire la civiltà dell’amore.

 

Conclusione

«Fede, speranza e carità – afferma Papa Francesco – costituiscono, in un mirabile intreccio, il dinamismo dell’esistenza cristiana verso la comunione piena con Dio» (Lumen Fidei, 7).

 

«Nell’esercizio delle virtù teologali noi partecipiamo alla vita eterna di Dio, la viviamo come possiamo viverla nella condizione presente, ma la viviamo realmente» (DB, Vita in Cristo, 8). Evidentemente le virtù teologali «non possono essere esercitate che attraverso un comportamento umano che esige anche le virtù morali, ma queste per sé non sono cristiane se non sono informate dalla carità. Così praticamente la vita cristiana si identifica all’esercizio delle virtù teologali. Anche le virtù morali sono implicate in questo esercizio, ma le virtù morali per sé non fanno il cristiano» (Ib., 10). «Nelle virtù teologali […] si deve crescere sempre. Non c’è termine al nostro progresso nella fede, nella speranza e nell’amore». Esse crescono nella misura della nostra apertura al dono di Dio.

La nostra vita cristiana, come quella di Santa Lucia, sia sorretta dalla fede in Dio, animata dalla speranza in Gesù morto e risorto e resa bella dalla carità verso i nostri fratelli e le nostre sorelle bisognosi.

Invochiamo l’aiuto di Santa Lucia affinché renda fruttuoso quest’anno che dedichiamo a Lei per riscoprire la Santità di Dio nella nostra società, nella nostra Chiesa, nelle nostre città e nelle nostre famiglie:

 

 

Preghiera a Santa Lucia

Santa Lucia, Vergine e Martire,

nostra amata Patrona,

sostieni il nostro cammino di fede,

per crescere nelle tue stesse virtù.

Donaci di conformare sempre più

la nostra vita a Cristo,

per crescere nella santità,

esercitare la carità divina

e costruire insieme, con spirito sinodale,

l’avvenire della Chiesa

e un mondo sempre più fraterno.

Ravviva in noi il carisma della perfetta carità

per accogliere e amare tutti in Cristo,

per annunciare il Vangelo della salvezza

e testimoniare al mondo

l’avvento del Regno di Dio

in cui vive solo l’Amore. Amen.

 

 

***

 

Carissimi Fratelli e Sorelle,

mentre pongo ancora una volta, quale Pastore della Chiesa siracusana, tutto il Popolo di Dio di questa porzione eletta della Chiesa universale sotto lo sguardo amorevole della Santa Vergine delle Lacrime e di Santa Lucia, nostra Patrona, dichiaro aperto oggi, 13 dicembre 2023, sino al prossimo 20 dicembre 2024, per la nostra Arcidiocesi uno speciale Anno luciano, in occasione del MDCCXX anniversario della Vergine e Martire siracusana, per imitare gli esempi della nostra illustre concittadina e chiedere a Dio, per sua intercessione, copiose grazie.

(*)

Omelia Festa Santa Lucia

Siracusa – Cattedrale, 13.12.23 ore 10.30

[1] Franciscus PP., Litteræ encyclicæ: Lumen Fidei, in AAS, CV (2013), 555- 596, 4.

[2] G. Vigini, Prefazione, in Benedetto XVI, La Gioia della Fede, LEV, Città del Vaticano 2012, 5.

[3] Ioannes Paulus PP. II, Discorso ai partecipanti al Congresso nazionale del Movi­mento Ecclesiale di Impegno Culturale, Città del Vaticano 16 gennaio 1982, in www.vatican.va.

[4] Franciscus PP., Litteræ encyclicæ: Lumen Fidei, in AAS, CV (2013), 555- 596, 18.

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