Titolo della settimana: La visita, 1964 di Antonio Pietrangeli.

Si è parlato troppo della Sandra Milo privata, troppo poco della Sandra Milo artista e attrice, l’amante, la musa,  la femme fatale , ma di cosa parlano?

Ancora una volta, cartellino rosso a trasmissioni televisive spazzatura, non tutte, ma buona parte. Sandra Milo è stata una delle più straordinarie e genuine attrici del panorama del cinema italiano, stop. Adua e le compagne, primo film recensito in assoluto in questo spazio, 8 e mezzo, Giulietta degli spiriti, Fantasmi a Roma, Lo scapolo.

Oggi parliamo de La visita, sessant’anni e non sentirli, del maestro Antonio Pietrangeli, e Sandra in questo film è unica nella parte di Pina, impiegata quasi quarantenne presso un consorzio del Ferrarese, soprannominata dai suoi concittadini, a sua insaputa, La bella culandrona, una donna non più giovanissima, ma ancora frizzante e piena di voglia di vivere, desiderosa di una sistemazione matrimoniale. Tramite un annuncio pubblicitario conosce Adolfo, commesso di una libreria romana, uomo, scopriremo , indurito dalla vita, freddo, cinico e calcolatore, praticamente l’incontro tra due opposti, e su queste due figure Pietrangeli costruisce il film, che si svolge nell’arco di 24 ore, geniale. Durante il breve soggiorno l’uomo rivela la sua natura , che simboleggia anche il contrasto tra il modo di vivere dell’Italia contadina, rappresentato da Pina, con quello della metropoli, ai tempi del boom economico.

Sandra Milo,alla quarta prova col regista, avendone una fiducia cieca, in effetti è stato quello che più di tutti, anche di Fellini, ha saputo esaltarla, accettò di imbruttirsi per sembrare una vera zitellona,comprese imbottiture per accentuarne il fondoschiena. Ottimi anche l’attore francese Francois Perier, doppiato in romanesco, nella parte di Adolfo, Mario Adorf, Hully Hully, il matto del paese e Gastone Moschin – Renato, camionista, amante saltuario di Pina. Da un racconto di Carlo Cassola, uno dei maggiori scrittori e saggisti del Novecento, che vinse anche il Premio Strega nel 1960 con La ragazza di Bube, diventato anche questo un film di successo di Luigi Comencini.

Sceneggiatura di Giuseppe De Santis, che inizialmente doveva esserne il regista, Maccari e Ettore Scola. E proprio Scola: ” il cinema di Pietrangeli? Un documento d’epoca. Un po’ come Il sorpasso di Risi. I suoi film offrono la possibilità di vedere e capire un pezzo della nostra storia, e del modo di essere italiani“. E non a caso, nella filmografia di Pietrangeli, di cui consiglio tutti i film, troverete spesso Sandra Milo, bellissima, ma prima di tutto grande attrice.

Buona visione

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