Siracusa, proposta la cittadinanza onoraria postuma per Alexei Navalny
Siracusa, città per la pace e per i diritti umani, conceda la cittadinanza onoraria postuma ad Alexei Navalny, martire della libertà
La democrazia deve essere sempre un valore di essenziale importanza, da difendere e da custodire gelosamente, a tutela nostra e delle generazioni future. La storia della nostra città, le nostre radici sono state a favore di chi lotta per la libertà. All’ingresso di Siracusa c’è un cartello su cui campeggia una solenne dichiarazione: “Città per la Pace e i Diritti Umani” e lo stesso concetto è ribadito e sottolineato nello Statuto del nostro Comune.
Si valuti, in alternativa, di intitolare al dissidente morto in Siberia, mentre era detenuto, il 16 febbraio scorso, l’attuale via Unione Sovietica. Altre città, come Roma, Palermo, Reggio Emilia stanno già pensando di dedicare una strada al dissidente russo.
Ricordo le parole di oggi di Liliana Segre: “Navalny è morto in condizioni disumane, un epilogo annunciato il suo. Neanche se tutto ci viene tolto, ci viene sottratta la possibilità di rivendicare il nostro diritto alla libertà e spesso è proprio questa dignità tenace a permettere di sopportare l’intollerabile. Il dissidente russo questo lo ha dimostrato in ogni decisione. Non ultima quella di tornare in Russia, nel 2021, consapevole del fatto che lo aspettava una detenzione lunga, ingiusta e spietata. Nel 2021, Navalny aveva la possibilità di restare in Germania, dove gli era stata salvata la vita dopo l’avvelenamento da Novichok di cui era stato vittima (come altri oppositori di Putin) e che lo aveva costretto a un mese di coma. Non lo ha fatto, non riuscendo a concepire l’idea di poter essere libero solo lontano dal suo Paese e lasciando che i russi continuassero a veder erodere le proprie libertà. Perché la libertà o è per tutti, o non è. Ed è proprio questa idea la più dirompente forma di dissidenza a un autocrate come Putin. Un’idea che pare anacronistica in un tempo e in un mondo dominato da convenienze personali. Navalny avrebbe potuto, come altri dissidenti, continuare la sua battaglia anti Putin da fuori, protetto da distanza e leggi. Invece, come ha scelto di fare l’attivista iraniana Nobel per la Pace 2023 Narges Mohammadi, ha messo in salvo in Occidente la propria famiglia ed è tornato lì dove la sua battaglia avrebbe avuto più senso e valore.”
Salvo Sorbello già amministratore comunale