Le elezioni europee si svolgeranno nei ventisette Stati membri dell’Unione Europea tra il 6 e il 9 del prossimo mese di giugno, come deciso unanimemente dal Consiglio dell’Unione, con la libertà per ogni suo Stato-componente di organizzarle in uno o più giorni tra questi, secondo le proprie consuetudini elettorali nazionali. In Italia tali elezioni europee si terranno sabato 8 e domenica 9 giugno 2024.
Già da tempo la propaganda elettorale sollecita noi cittadini a prendere, con il voto, posizioni politiche personali e comunitarie. Ma perdura tra la nostra gente una certa confusione. Non tutti sono ancora convinti che l’Italia ha effettivamente bisogno dell’Europa, così come l’Europa ha bisogno dell’Italia. Si prevede, infatti, una probabile nuova diffusa astensione dalle cabine elettorali. È amara questa prevista e temuta indifferenza politica perché non ci si rende ancora pienamente conto che soltanto l’Europa unita e democraticamente partecipata può competere con le grandi aggregazioni mondiali.
Bisogna certamente prendere atto che abbiamo avuto dei vantaggi dalla Unione Europea, ma molti osservano pure che ci si è molto scostati dal modello organico auspicato dai suoi storici “padri fondatori”, a cominciare da don Luigi Sturzo e, con lui, da Alcide De Gasperi, Robert Schuman, Jean Monnet, Konrad Adenauer, Paul-Henri Spaak…
Le radici cristiane
Il processo di integrazione europea, negli ultimi tempi, ha preso purtroppo una strada diversa da quella inizialmente tracciata, sino ad occultare le sue radici cristiane, sino ad essere pure messo in difficoltà dal fenomeno sovranista. Lo spirito tecnocratico e economicista impera tramite le grandi banche e tramite una burocrazia anonima e onnipotente. Le radici cristiane sono state chiaramente ignorate e realisticamente non si presentano sinora buone prospettive per un recupero dell’originaria identità delle Cristianità europea, che ingenuamente sembrava inizialmente rappresentata dalle dodici stelle della Madonna nella bandiera blu dell’Unione.
Inoltre appare ormai lontanissimo nel tempo il progetto di don Sturzo che nel 1929 auspicava “un concreto e alto ideale, quello degli Stati Uniti di Europa”, al cui servizio poneva la “Internazionale bianca”, denominata ufficialmente “Sécretariat international des partis démocratiques d’inspiration chrétienne”.
Secondo Sturzo, l’unione europea avrebbe dovuto allargarsi a tutti quei Paesi, latini, anglosassoni e orientali che, facendo geograficamente parte del Vecchio Continente, erano stati direttamente o indirettamente influenzati prima dalla civiltà romana e poi (innestata su questa) dalla civiltà cristiana.
Ma c’è ancora qualcosa di più nel progetto di Sturzo, secondo il quale l’unione non deve soffocare le autonomie locali, anzi deve considerarle come parti vive e reali dell’intera struttura comunitaria, la quale, a salvaguardia della sua esistenza e del suo sviluppo, non può non rendersi garante delle loro rispettive tradizioni, delle loro lingue, delle loro culture.
Sturzo nel 1950, assieme ad altri, diceva e sottoscriveva che l’Unione europea “significa soluzione in comune dei problemi che interessano tutti i Paesi associati e rispetto delle tradizioni e delle autonomie degli Stati membri per quel che riguarda i loro particolari interessi…” e auspicava pure “unità di politica estera, unità di esercito”. Siamo, pertanto, ancora molto lontani dal lungimirante progetto sturziano di Europa e si riscontrano anche tante anomalie nella sua direzione politica che impone dall’alto scelte spesso tecnocratiche e talora pure ideologicamente divisive.
Per ridare slancio all’Europa unita, occorre armonizzare le diverse tradizioni statali e politiche dei suoi Membri in un contesto di cooperazione e integrazione, nella democratica comunione dei popoli; senza devastare le radici storiche dell’Europa e le forti intuizioni dei padri fondatori.
L’otto e il nove giugno – come cattolici e come cittadini italiani – sapremo dare buoni contributi per scegliere il vero bene europeo; delle nuove generazioni e pure nostro?
*Pubblicato sul numero tipografico di Cammino – 17 maggio 2024