La Sicilia orientale vanta una lunga tradizione legata ai licei classici, istituti che rappresentano storicamente il cuore della formazione umanistica. I dati della graduatoria Eduscopio del 22 novembre 2024, tuttavia, mostrano che non tutte le scuole garantiscono lo stesso livello di qualità educativa. Alcuni licei di centri più grandi, infatti, si distinguono per risultati eccellenti, altre realtà, specialmente nei piccoli centri, evidenziano lacune significative che mettono a rischio il futuro degli studenti. Un esempio emblematico è il Michelangelo Bartolo di Pachino, il liceo classico con uno dei punteggi più bassi nella graduatoria Eduscopio per la Sicilia orientale. Con un indice FGA (indicatore che tiene conto sia della bravura media che della rapidità degli studenti nel superare gli esami) di 53,20, il Michelangelo Bartolo di Pachino mostra gravi difficoltà nel preparare gli studenti all’università. I dati evidenziano una media di voti universitari pari a 24,20 e una percentuale di crediti ottenuti appena del 54,74%. Questi numeri riflettono una preparazione insufficiente che rischia di compromettere la carriera accademica dei diplomati. Un’altra scuola in difficoltà è il Gorgia-Vittorini di Lentini, che presenta un indice FGA di 54,75 e una media universitaria di 24,77. Sebbene una percentuale relativamente alta di diplomati risulti in regola (81,6%), ciò non si traduce in risultati universitari di qualità, a indicare che il livello della preparazione è spesso superficiale. Anche l’Ettore Majorana di Avola, con un indice FGA di 55,55 e una media di voti di 24,24, segue un trend simile. La percentuale di crediti universitari ottenuti dagli ex-studenti (62,47%) è inferiore rispetto agli istituti di riferimento nelle città più grandi. Nei piccoli centri, come Pachino, Lentini e Avola, il contesto socio-economico rappresenta una variabile importante. Queste aree spesso soffrono di minori risorse economiche e di un tessuto culturale statico rispetto ai grandi centri urbani, con un impatto diretto sulla qualità dell’istruzione. Tuttavia, attribuire la responsabilità esclusivamente al territorio sarebbe riduttivo perché in alcuni casi le lacune più evidenti riguardano la gestione delle scuole. Nei piccoli centri, i dirigenti scolastici affrontano sfide complesse che riguardano la presenza di docenti qualificati al mantenimento di un’offerta formativa competitiva in qualità e non in quantità. Spesso mancano corsi di potenziamento o attività extracurricolari che aiuterebbero gli studenti a sviluppare le competenze richieste dall’università e l’assenza di un orientamento efficace verso il metodo di studio accademico pesa sui risultati universitari degli ex-studenti a prescindere dalle valutazioni interne alle scuole, che sono spesso in difformità con i dati restituiti dalle prove SNV (INVALSI).
In città come Catania e Siracusa, invece, alcune scuole riescono a mantenere un livello di eccellenza. Il Gulli e Pennisi di Acireale (indice FGA 74,17) e il Nicola Spedalieri di Catania (indice FGA 73,90) si collocano tra i migliori licei classici della Sicilia orientale. In questi istituti, la qualità dell’offerta formativa è superiore, così come il metodo di preparazione degli studenti, che si traduce in migliori performance universitarie. Questo confronto sottolinea una disparità crescente, una sorta di “autonomia differenziata” già in atto, tra le scuole situate nei grandi centri e quelle dei piccoli paesi, ad eccezione di Acireale, che vanta una più che centenaria tradizione di istituti di istruzione eccellenti. I dati mostrano che le famiglie residenti in contesti minori spesso non hanno accesso a istituti di qualità comparabile, con un impatto diretto sulle opportunità di successo per i giovani. Nei piccoli centri, i dirigenti scolastici hanno una responsabilità cruciale e ignorare i dati di Eduscopio significa perdere l’occasione di individuare i punti critici per migliorare l’offerta formativa. Per invertire la rotta, sarebbe necessario: -Introdurre corsi di potenziamento, specialmente nelle materie umanistiche fondamentali per un liceo classico, evitando la parcellizzazione della classe di concorso A13. -Investire in progetti che favoriscano il dialogo con le università, aiutando gli studenti a sviluppare un metodo di studio più efficace. -Rafforzare il corpo docente con insegnanti motivati e preparati, anche attraverso programmi di aggiornamento professionale. Allo stesso tempo, le famiglie possono giocare un ruolo chiave, esercitando una pressione costruttiva sugli istituti, chiedendo maggiore qualità, trasparenza e interventi concreti per colmare le lacune dei propri “pargoli”. La situazione dei licei classici nei piccoli centri della Sicilia orientale è una sfida per l’intero sistema scolastico e non solo.
Eduscopio infatti non è solo uno strumento per valutare le scuole, ma un’opportunità per riflettere sulle disuguaglianze territoriali e sulla necessità di interventi mirati perché migliorare la qualità dell’istruzione nei contesti minori è un obiettivo che deve coinvolgere dirigenti scolastici, famiglie e istituzioni, al fine di garantire a tutti gli studenti le stesse opportunità di successo, indipendentemente dal luogo di residenza e senza nostalgiche indulgenze al passato, che lasciano il tempo che trovano e non sono di utilità alla collettività.
(*) di Marina Fisicaro – già dirigente tecnico