La vittoria di Luigi Fazzino con il record della pista per la prestigiosa  cronoscalata automobilistica

Melilli è vicinissima ai tornanti della Val D’Anapo. Le ultime case distano poco più di cinque minuti di strada dal percorso della gara, e chissà quante volte Luigi Fazzino, per guardare correre negli anni scorsi il padre e suo zio, anche loro piloti, avrà percorso quel tragitto.  Magari avrà pure dato un’occhiata ai tempi che i più forti di sempre facevano segnare ad ogni vittoria. Ma forse non immaginava mai che quel record, appartenuto ed abbassato negli anni dai grandissimi delle cronoscalate, un giorno sarebbe stato suo. I record sono fatti per essere battuti e domenica scorsa in tanti arrivati sul tracciato prevedevano che il tempo di Luca Caruso stabilito nel 2019 sarebbe stato cancellato. Nell’attesa del record e della sfida tra i migliori, nella tarda mattinata di Domenica la temperatura nel catino del Fusco si è alzata tantissimo.

A dare fuoco alle polveri ha iniziato Samuele, il più giovane della dinastia Cassiba, degno erede del padre Giovanni che a Sortino vinse nel 1987, piazzava la sua zampata con un bel 3.17.11, secondo tempo di sempre fino a quel momento. Ma i fuochi d’artificio dovevano ancora arrivare, e si accendevano  quando Luigi Fazzino spremeva il turbo della sua Osella e faceva esplodere la miriade di tifosi melillesi arrivati sul circuito fermando le fotocellule sul tempo straordinario di 3.12.51, che consegnava il ragazzo di Melilli alla storia della gara sortinese. A questo punto, anche se il sole di giugno picchiava sui Monticelli dell’arrivo, nessuno si è mosso dalla sua postazione.

Bisognava aspettare altre dieci macchine, per assistere alla risposta del grande Domenico Cubeda, il grande favorito della vigilia, il campione che qualche settimana prima, in Trentino si messo dietro tutti i più forti piloti italiani e aveva anche vinto in scioltezza la gara di Chiaramonte Gulfi. Il pilota catanese ha subito scatenato sull’asfalto i cavalli della sua Osella 3000, ma non aveva fatto i conti con le tante curve e le tante insidie del circuito sortinese, dove da sempre non conta solo la potenza, ma anche l’agilità della macchina. Cubeda stampava sul traguardo un 3.13.82. Un grande tempo che sarebbe stato record se non ci fosse stato il lampo di Fazzino.

I tifosi catanesi dovevano trattenere l’urlo di gioia e si inchinavano al nuovo Re della Val D’Anapo.

Nella seconda manche, corsa contro sole e con una temperatura più bassa, nessuno riusciva a ripetersi, e nella sommatoria dei tempi i primi tre posti del podio rimaneva invariati. Con questa girandola di emozioni calava il sipario su di una edizione spettacolare della manifestazione sortinese, aperta con la risalita dei tornati della macchina, guidata dalla moglie Pina, dell’indimenticato Massimo Di Pietro al cui ricordo i presenti alla premiazione hanno tributato un interminabile applauso. La coppa che porta il suo nome rimarrà per sempre dentro il comune di Sortino e ogni anno verrà scolpito su di essa il vincitore del trofeo. Un modo bellissimo per ricordare un grande pilota, un grande appassionato della cronoscalata sortinese, ed un amico di tutti.

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