Chi di noi non ha sentito dire almeno una volta nella propria vita il motto “l’unione fa la forza”?

E proprio dall’Unione tra più donne è nata la forza di affrontare insieme un grande ostacolo comune: il carcinoma mammario, noto sotto il nome più comune di tumore al seno.

Nasce così, in un ambulatorio, tra confronti, lacrime e sostegno, nel giugno del 2015, “Il filo della vita”, associazione per la sensibilizzazione a scopo preventivo del tumore al seno.

«La cura è prenderlo in tempo!» Così esordisce, durante l’intervista, l’attuale presidente dell’associazione, la dott.ssa Enza Marchica. Ci racconta la sua storia da paziente e successivamente da aggregante per tutte quelle donne che, sconvolte dalla malattia hanno bisogno di un sostegno, di non sentirsi sole in questa crociata. In quello che in fin dei conti è un viaggio a tutti gli effetti. Sai da dove parti ma non sai dove arriverai. E come da ogni viaggio, ne tornerai cambiata. Prima di iniziarlo, questo viaggio, tutte si chiedono, chi interiormente, chi silenziosamente, chi disperatamente «ma ce la farò?»

Ad abbracciare queste donne brancolanti nel buio, è l’associazione. Con un direttivo di 13 persone, supportato da un comitato scientifico con a capo il dott. Francesco Caruso, direttore del dipartimento oncologico dell’istituto clinico catanese Humanitas. Il Filo della Vita organizza progetti e conferenze, non soltanto con l’intento di fare prevenzione, essenziale, ma anche proselitismo.

«Tutti i progetti e le visite – comincia a spiegarci la Marchica – sono gratuiti per le socie, che versano una quota associativa simbolica ogni anno e offrono il loro contributo nelle attività di autofinanziamento, come la vendita di panettoni per Natale, o quella delle uova pasquali, o ancora quella dei lavoretti realizzati in casetta dalle stesse associate.»

Parlami di questa “casetta”, cosa rappresenta per voi?

«Inizialmente, quando io ero vice presidente, eravamo in poche e ci riunivamo in luoghi di volta in volta diversi. Poi il numero delle associate è cresciuto sempre di più e si è sviluppato il bisogno di un punto d’incontro più grande, esclusivamente dedicato a noi, “la casetta”, appunto. Un luogo dove potersi incontrare, dove poter progettare e lavorare insieme».

La casetta, luogo di tanti progetti. Un luogo pieno di amore e solidarietà. 

«Il primo progetto – ci spiega la dott.ssa Elena Petrolito, vice presidente dell’associazione – è stato il laboratorio creativo seguito dall’insegnante Teodora Caruso, che ogni sabato incontra le donne e le guida in lavoretti manuali, dai ferma porta ai segna libri. Progetto che è poi stato spostato su Zoom durante la chiusura per la pandemia del Covid-19. Affinché durante questo periodo estremamente difficile nessuna rimanesse sola. Siamo una grande famiglia, e in famiglia nessuno viene abbandonato.»

I progetti svolti sono molteplici, ognuno ha uno scopo ben preciso: dal supporto psicologico, al supporto fisico, pre e post mastectomia.

Il progetto “Ricomincio da me” ad esempio, offre alle socie trattamenti corpo gratuiti per chi è stato operato, grazie al grande supporto di Miriam Mazza, specializzata in estetica oncologica, che una volta al mese viene da Napoli per incontrare le donne in casetta.

Questo progetto come le lezioni di trucco e il progetto di armocromia aiutano le donne a mantenere l’equilibrio con il proprio corpo e a continuare a prendersi cura di se, del proprio aspetto, nonostante la malattia e la chemio, spesso è devastante per l’organismo.

Attività sportive, come i corsi di yoga e di ballo, aiutano a mantenere allenato il corpo e sana la mente. E, come nel caso del tanto partecipato Dragon Boat, aiutano a guarire dai postumi dell’intervento. Una canoa di 20 posti a remi che gareggia grazie alla sola forza di queste donne guerriere, che post operazione risentono molto spesso di linfedemi alle braccia. Il movimento degli arti superiori offerto al canottaggio facilita la guarigione. Ma il supporto che maggiormente si tende a dare alle donne affette da questo male, è quello psicologico, attraverso progetti come “Scrivere per guarire” con la scrittrice Tea Ranno. Tirando fuori le emozioni ed i dolori diventa più semplice guarire, affidare a pagine scritte ciò che ristagna dentro è un toccasana. Scrivere diventa un bisogno. Ed è soprattutto occasione di autoanalisi ed analisi psicologica degli esperti, che riescono ad andare oltre le semplici parole scritte, interpretando cosa ci sta dietro. Tutti progetti che durante il lungo quanto stressante periodo del lockdown non si sono fermati, perché nulla può fermare l’onda della solidarietà. Ed anche le visite sono continuate, su Zoom, con il progetto “Conta su di me” grazie alle psicologhe dell’associazione sempre reperibili e disponibili.

Stare in associazione è importante non solo perché si è continuamente seguiti da un’equipe di esperti ma anche e soprattutto perché si fa aggregazione e fare aggregazione significa far dimenticare la malattia. Stando in associazione sei sicuro di farcela, perché ti confronti con donne come te, donne che ce l’hanno fatta. Si vivono emozioni, sensazioni negative, coraggio e carica. Tutte insieme.

Dott.ssa Marchica, considerando il suo ruolo di grande responsabilità all’interno dell’associazione, come vive questa esperienza?

«La vivo come una missione. Ho avuto il primo tumore a 25 anni. Una ragazza operata con me non ce l’ha fatta, mi sono sempre chiesta perché io dovevo rimanere viva.

Quando ti trovi in quella situazione e ce la fai, ti senti baciata dalla vita. Dopo il male è ritornato, più aggressivo. Ed anche quella volta ce l’ho fatta.

Quando si è presentata l’occasione di ricoprire l’incarico di presidente dell’associazione, io ero stracolma di lavoro e mi sono detta «non ce la posso fare!».

Poi una forza mi ha spinto, mi sono buttata a capofitto, dovevo prendermi carico di questo compito, era il mio posto nel mondo, la mia missione. Ed eccomi qui».

Partiti da 80 socie, oggi l’associazione Il filo della vita ne conta più di 600 in tutta la Sicilia. Fa rete con l’associazione nazionale “Europa Donna Italia”. E continua ad aggregare ogni mese guerriere e simpatizzanti.

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