Titolo della settimana: Sedotta e abbandonata, 1964 di Pietro Germi.

Torna nella nostra rubrica Pietro Germi, siciliano d’adozione, come amava definirsi che , a tre anni da Divorzio all’italiana ci regala un’altra perla e noi ne approfittiamo per ricordare Lando Buzzanca,che dopo una piccola comparsa in Ben Hur 1959, fu lanciato da Germi con Divorzio e questo film quasi gemello. Sedotta e abbandonata fa parte di un’ideale trilogia che comprende Divorzio all’italiana e Signore e signori, su virtù ma soprattutto vizi degli italiani negli anni 60, dalla Sicilia al Veneto. In questo caso ci troviamo a Sciacca, dove in un sonnolento e afoso pomeriggio estivo Agnese Ascalone subisce un abuso da Peppino fidanzato della sorella, immediatamente la famiglia con in testa il padre, Don Vincenzo, si attiva per evitare l’onta dello scandalo.

Questo materiale nelle mani di un uomo geniale come Pietro il siciliano diventa esplosivo sotto tutti i punti di vista, specialmente in terra Sicula, dove il tragico e il comico sono elementi più vicini di quanto si pensi. Sedotta e abbandonata rientra in quella commedia tragica che ha fatto grande il nostro cinema, costruita con un ritmo che non tende a scendere, scritta dai tre tenori Age, Scarpelli e Vincenzoni, con la colonna sonora di Carlo Rustichelli ad accompagnare i protagonisti durante l’arco del film, in un bianco e nero abbagliante che diventa quasi colore, tanto è magica la fotografia di Aiace Parolin, dal taglio realista, come aveva chiesto Germi. Il regista con questa pellicola prende le distanze e critica la Legge 544 del c.p.i., secondo la quale il matrimonio riparatore consente di legittimare qualsiasi rapporto sessuale avvenuto fuori da esso, violenza compresa. Memorabili i personaggi da Saro Urzi’, premiato a Cannes con la palma del miglior attore a Stefania Sandrelli, Leopoldo Trieste, Aldo Puglisi e il già citato Lando Buzzanca che, nelle strade assolate di Sciacca si muovono come personaggi da western e la stessa regia sontuosa di Germi anticipa l’epopea Leoniana. L’onore prima di tutto, a costo di calpestate l’essere umano, a questo si ribellò con coraggio Franca Viola a cui la vicenda si rifà, giovane donna siciliana, prima ad aver rifiutato nozze riparatori, che le famiglie volevano imporre per l’onore.

Il caso arrivò in Parlamento, svegliando l’opinione pubblica , arrivando così, qualche tempo dopo, nel 1981 all’abrogazione della primitiva legge. Sedotta e abbandonata è e rimarrà per sempre un film di cui andare orgogliosi amato a tutte le latitudini. Una curiosità per capirne la grandezza, la pellicola colpì talmente F. F. Coppola che quando formò il cast del Padrino volle a tutti i costi Sarò Urzi’ nel ruolo di Vitelli, omaggiando in un sol colpo l’attore e Germi di cui era grande estimatore. Da genio a genio. Buona visione

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