Hackman 55397. Duttile, estroso, dal carisma incredibile, Eugene Alden Ackman, in arte Gene, vederlo recitare era emozione pura, con quella faccia poteva fare tutto, poliziotti, sceriffi, giudici, presidenti corrotti, attore pressoché impossibile da imitare. Cresciuto a Danville, Illinois, si arruola in Marina, dove trasmette via radio cercando di sconfiggere la timidezza, dopo il diploma di giornalismo all’università dell’Illinois decide che la sua strada è la recitazione e si trasferisce in California, condividendo un appartamento con Dustin Hoffman e Robert Duvall, altri due predestinati.

La gavetta è dura, ma Gene non molla, e nel suo anno di grazia, il 1964, quando si fa notare a teatro, ottiene una piccola parte in Lilith – la dea dell’amore di Robert Rossen con Warren Beatty, ed è quest’ultimo a segnalarlo ad Arthur Penn, in cerca di un attore che ricoprisse il ruolo di fratello di Warren nel film Gangster story.

Gene sin da subito buca lo schermo e non si fermerà più. Il braccio violento della legge, La conversazione, Bersaglio di notte, Frankenstein Junior, Senza via di scampo, Conflitto di classe Gli spietati, Potere assoluto, i Tenebaum, la lista sarebbe infinita, bastava la sua presenza per elevare anche pellicole diciamo sotto la media. Due i premi Oscar, quattro Golden Globe, unico attore ancora in vita ad avere intitolata una stella: 55397 Hackman.

Ciao Grande, o meglio arrivederci, ci rivedremo nei film

Eelonora Giorgi, sempre “Borotalco” ma molto altro ancora

Dopo il grande Gene Hackman anche il nostro cinema perde una protagonista, Eleonora Giorgi, lei stessa aveva annunciato qualche anno fa la sua malattia. Protagonista del cinema dei generi negli anni 70, ha lavorato con Lattuada, Fellini, Brusati, Damiano Damiani, Liliana Cavani , molto attiva anche in televisione, ma il regista che ha saputo utilizzarla al massimo è stato Carlo Verdone che gli ha regalato i ruoli più belli: Borotalco 1982 , con il quale vinse un David di Donatello come miglior attrice protagonista e il cult assoluto Compagni di scuola 1988. Ciao Eleonora, non ti dimenticheremo

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